Anche dopo la fine dello schiavismo, negli Stati Uniti il razzismo era ancora un fenomeno quotidiano.
La Corte Suprema degli Stati Uniti aveva ammesso la segregazione razziale in base al principio Separati, ma uguali, ma nella prassi solo raramente il ma uguali veniva ricordato.
Secondo una stima delTuskegee Institute, negli anni fra il 1889 e il 1940 vennero linciate complessivamente 3.833 persone; il 90% di questi omicidi ebbe luogo nel Sud, e l'80% delle vittime erano afroamericani.
Spesso non era neppure necessario un crimine come movente del delitto: come nel caso diEmmett Till, a volte l'unica motivazione adottata era "così i negri non diventano troppo spavaldi".
Da un'inchiesta condotta negli Stati del Sud risultò che 6 bianchi su 10 erano favorevoli a tale pratica.
Twas down in Mississippi no so long ago,
When a young boy from Chicago town
stepped through a Southern door
This boy's dreadful tragedy
I can still remember well,
The color of his skin was black
and his name was Emmett Till
Money, Tennesse, 24 agosto 1955
Emmett Louis Till, detto Bobo, 14 anni, giunto da Chicago per le vacanze dal suo prozio, Moses Wrigh, si reca, assieme a suo cugino e altri ragazzi di colore, tutti al di sotto dei 16 anni, al Bryant's Grocery and Meat Market per acquistare dolciumi e bibite.
I ragazzi sono figli di mezzadri e hanno passato l'intera giornata a raccogliere cotone. L'emporio è di proprietà di Roy e Carolyn Bryant, marito e moglie.
Emmett mostra delle foto della sua vita a Chicago, tra cui una della sua fidanzata, una ragazza bianca. I ragazzi, stupiti, lo sfidano ad abbordare una donna bianca nel negozio.
Mentre sta per lasciare il locale, Emmett dice "Bye, baby" a Carolyn Bryant. Questa corre alla sua auto. I ragazzi fuggono terrorizzati.
Quando il marito di Carolyn, 24enne, viene a sapere dell'accaduto, al momento del suo ritorno in città, s'infuria. Carolyn gli ha raccontato che Emmett l'ha afferrata alla vita e le ha chiesto un appuntamento usando parole "irriferibili".
Emmett soffre di una leggera balbuzie, forse la Bryant ha frainteso. Nella contea di Tallahatchie tutti sono al corrente dell'accaduto, sul quale circolano innumerevoli versioni.
Bryant decide di incontrarsi con il suo fratellastro, J.W. Milam, di 36 anni, quella domenica alle due di notte, per dare una lezione al ragazzo.
27 agosto
Verso la mezzanotte e mezza, Bryant e Milam rapiscono Emmett dalla casa del suo prozio. Lo portano in auto verso un capannone in una piantagione presso la contea di Sunflower, dove lo stuprano, lo picchiano, lo seviziano e infine lo ammazzano.
Poi, gli legano un peso attorno al collo e gettano il corpo nel fiumeTallahatchie presso Glendora, un villaggio a nord di Money.
29 agosto
Roy e il suo fratellastro vengono arrestati dopo che hanno passato la serata con alcuni parenti a Ruleville, distante poche miglia dalla scena del crimine.
Entrambi ammettono di aver portato via il ragazzo dalla casa del prozio, ma sostengono di averlo lasciato libero in seguito. Tentano di convincere tutti che il ragazzo è tornato a Chicago.
Moses Wright, testimone del rapimento di Emmett, riferisce allo sceriffo di aver sentito la voce di una donna identificare Emmett come "quello lì" e che dopo i due uomini lo hanno portato via in auto.
31 agosto
Il corpo senza vita di Emmett Till emerge dalle acque del fiume Tallahatchie.
Il cadavere, orribilmente sfigurato, viene posto in una cassa di legno di pino per essere interrato. Mamie Till, la madre di Emmett, si oppone, vuole che la salma faccia ritorno a Chicago.
L'impresa di pompe funebri, date le condizioni del corpo, non ha intenzione di aprire la cassa, ma Mamie Till si oppone risolutamente: minaccia di farlo da sola, sostiene che ha il diritto di vedere suo figlio per l'ultima volta.
Dopo aver visto la salma, pretende che la cerimonia funebre si svolga con la bara aperta, consentendo a tutti di vedere come è stato ridotto il corpo di Emmett.
Le fotografie del cadavere mutilato di Till hanno una vasta diffusione negli Stati Uniti, compaiono sulla rivista Jet, suscitando un'intensa reazione popolare.
6 settembre
Emmett Till viene sepolto nelBurr Oak Cemetery ad Alsip, in Illinois.
Quello stesso giorno, Bryant e Milam vengono accusati dal Grand Jury.
23 settembre
Al processo, diversi testimoni neri testimoniano coraggiosamente contro il signor Bryant e il signor Milam, nonostante le minacce di morte ricevute, incluso Moses Wright, il prozio di Emmett.
La signora Bryant descrive le presunte molestie subite da Emmett, ma si rifiuta di identificarlo per nome.
Gli avvocati difensori definiscono “illogica” la teoria del movente razziale, nonostante gli innumerevoli casi di uomini neri linciati nel Sud per lo stesso motivo, con poche o nessuna prova di colpevolezza.
L'avvocato difensore John Whitten accusa i gruppi per i diritti civili di aver gettato il corpo di Emmett nel fiume come una sfida allo "stile di vita del sud".
Il procuratore distrettuale Gerald Chatham dice alla giuria che se Emmett meritava una punizione per "aver insultato la femminilità bianca", il signor Bryant avrebbe dovuto limitarsi a "picchiarlo con una cinghia".
La giuria, composta da 12 maschi, tutti bianchi, delibera solo 67 minuti prima di emettere il verdetto: non colpevoli.
Pochi mesi dopo il processo, Roy e il suo fratellastro raccontano l'intera storia al giornalista William Bradford Huie.
Sicuri di averla fatta franca, in quanto protetti dal "Ne bis in idem" sancito dalla Costituzione ("Non due volte per la stessa cosa", ovvero il divieto di nuovo giudizio per lo stesso fatto per gli assolti o condannati in via definitiva), confessano alla rivista Look, per 4.000 dollari, di aver rapito e ucciso Emmett.
Tears, blood, and pain
Should mix like rain
Sorrow comes again
If I am dead
At heaven's gate
Will I be free
24 gennaio 1956
Nell'articolo pubblicato dalla rivista, il signor Milam e il signor Bryant descrivono vividamente il rapimento di Emmett Till dalla casa di suo zio, ammettono di averlo colpito con la pistola, costretto a spogliarsi e legato ad un pesante sgranatore.
Di avergli messo un filo spinato intorno al collo, avergli sparato e gettato il suo corpo nel fiume Tallahatchie.
Milam afferma che inizialmente la loro intenzione era di spaventarlo ma che il ragazzo non si è mostrato per nulla impaurito mantenendo sempre un atteggiamento apertamente insolente.
Così i fratelli hanno deciso che non rimaneva loro altra scelta se non dargli una lezione esemplare.
Milam e Bryant morirono entrambi di cancro, rispettivamente nel 1980 e nel 1994: non mostrarono mai alcun rimorso per l'omicidio.
Pochi mesi prima di morire, Bryant si lamentò amaramente in un'intervista di non aver mai ricavato tanti soldi dalla morte di Till quanti gliene sarebbero spettati, e che questo fatto gli aveva rovinato la vita.
Nel 1991, una strada di Chicago è stata intitolata "Emmett Till Road".
Nel 2006, una targa posta sul luogo della morte di Emmett venne sfregiata e scomparve nell'agosto 2007. Circa una settimana dopo è stata sostituita da una copia.
"Ho pensato a Emmett Till enon potevo tornare indietro [sul retro dell'autobus]."
Cento giorni dopo l’omicidio di Till, Rosa Parks si rifiuta di cedere il suo posto su un autobus cittadino dell’Alabama, innescando il boicottaggio degli autobus di Montgomery, durato un anno.
Nove anni dopo, nel 1964, il Congresso approva il Civil Rights Act del 1964, mettendo al bando molte forme di discriminazione e segregazione razziale.
Nel 1965 viene approvato il Voting Rights Act, che vieta le pratiche di voto discriminatorie.
Nel 2004, grazie alla sollecitazione del cugino di Emmett, Simeon Wright, e al duro lavoro dell'avvocato Alvin Sykes e del regista Keith Beauchamp, il Dipartimento di Giustizia annuncia la riapertura del caso.
Nel 2005, il corpo di Emmett viene riesumato per l'autopsia.
Nel 2007, un Gran Jury a maggioranza nera, a Greenwood, Mississippi, rifiuta di incriminare Carolyn Bryant Donham, considerando le accuse che andavano dall'omicidio colposo alla complicità a posteriori.
Oggi, il caso Emmett Tillrimane aperto, appare nell'elenco casi irrisolti del Dipartimento di Giustizia.
29 aprile 2023
Di fronte alla Argo Community High School, appena ad ovest di Chicago, a Summit, Illinois, accanto all'Emmett Till Memorial, è inaugurato un nuovo monumento, il Mamie Till-Mobley.
Dedicato a Mamie Till, diventata uno dei più importanti attivisti per i diritti civili del XX secolo.
Il memoriale cattura tutta la sua risoluta dignità – testa alta, braccio teso, sorriso sul viso – mentre si batte per la giustizia dopo il linciaggio di suo figlio.
Per oltre 40 anni, Mamie ha girato senza paura il paese condividendo la storia di Emmett e raccogliendo il sostegno per una legislazione contro il linciaggio.
È tornata più volte alla Argo High School, la sua alma mater, per implorare gli studenti di usare le loro voci per il cambiamento.
Il suo incessante attivismo è continuato fino alla morte nel 2003, all'età di 81 anni.
Sebbene non abbia mai smesso di sentire il dolore per la morte di suo figlio, Mamie Till (morta per insufficienza cardiaca nel 2003) ha riconosciuto che ciò che è accaduto a suo figlio ha aiutato ad aprire gli occhi agli americani sull'odio razziale che affligge il paese, contribuendo a innescare un massiccio movimento di protesta per l’uguaglianza razziale e la giustizia.
"La gente davvero non sapeva che cose così orribili potessero accadere", ha detto durante in un'intervista con Devery S. Anderson, autore di "Emmett Till: The Murder That Shocked the World and Propelled the Civil Rights Movement", nel dicembre 1996, "il fatto che sia successo a un bambino, fa tutta la differenza del mondo.".
We gotta clean up the streets
And get me back on my feet
Because we want to be free
Do your worst and we'll do our best
We're gonna win the way that Mr. Churchill says
Oh! oh! oh! oh! oh! oh! Well Mr. Churchill says
Londra, 12 Giugno 2020
"Smantellare le statue equivale a mentire sulla nostra storia.
È assurdo e vergognoso che un monumento a Winston Churchill venga vandalizzato". Il primo ministro inglese Boris Johnson ha affermato che la statua del leader è "un promemoria permanente del suo successo nel salvare questo paese - e l'intera Europa - da una tirannia fascista e razzista".
"Non possiamo modificare o censurare il nostro passato", ha twittato, "non possiamo pretendere di avere una storia diversa".
“È chiaro che le proteste sono state dirottate da estremisti violenti. Gli attacchi alla polizia e gli atti di violenza indiscriminati a cui abbiamo assistito nell'ultima settimana sono intollerabili".
Una scatola protettiva è stata collocata intorno alla statua di Churchill in Piazza del Parlamento dopo che è stata presa di mira durante le proteste di Black Lives Matterscatenate dalla morte di George Floyd a Minneapolis negli Stati Uniti.
Altri monumenti sono stati presi di mira: le autorità hanno rimosso la statua del noto mercante di schiavi britannico Robert Milligan, che si trovava davanti al Museum of London Docklands nel cuore dell'ex zona portuale della capitale.
Il monumento a Milligan - anche proprietario di due piantagioni di canna da zucchero e 526 schiavi in Giamaica - è stato prelevato da un gruppo di operai con una mini gru. Il Museum of London Docklands ha ammesso che la statua di Milligan era una presenza "scomoda" da "molto tempo".
Gli attivisti hanno preso di mira anche Il fondatore degli scout, Robert Baden-Powell, accusato di razzismo e di presunte simpatie filo naziste. La statua dell'ex militare britannico noto soprattutto per essere stato il fondatore, nel 1907, del movimento giovanile mondiale dei Boy Scout, doveva essere rimossa dal lungomare della cittadina balneare di Poole Quay per ordine dello stesso consiglio cittadino ma diversi ex scout si sono opposti formando una sorta di cordone umano a difesa del monumento per impedirne la rimozione.
Bristol, 08 Giugno 2020
Durante la manifestazione di protesta del movimento Black Lives Matter per la morte di George Floyd è stata abbattuta la statua in bronzo dedicata a Edward Colston, mercante e commerciante di schiavi africani.
Colston, tra il 1672 e il 1689, si stima abbia fatto arrivare in America più di 80mila uomini, donne e bambini africani, 19mila dei quali si pensa siano morti durante il viaggio, eppure è stato celebrato nel Regno Unito (con statue e con l'intitolazione di diverse strade)per la sua attività filantropica: coi proventi delle sue diverse attività ha infatti finanziato la costruzione di scuole, ospedali, ospizi, chiese a Bristol, a Londra e in altre città del Regno.
Alla manifestazione hanno partecipato circa diecimila persone. In un video diffuso sui social si può vedere distintamente tutta la sequenza dell'abbattimento:l'imbragatura della statua di bronzo, la caduta, e la folla che si accanisce sul monumento, prendendolo a calci, imbrattandolo e facendolo rotolare per la strada.
Hamilton, Nuova Zelanda, 12 Giugno 2020
Una città della Nuova Zelanda ha abbattuto la statua di un ex ufficiale della marina britannica, diventando l'ultimo paese a rivalutare elementi del suo passato coloniale in mezzo alle proteste di Black Lives Matter che spazzano il globo.
Le autorità della città di Hamilton hanno rimosso una statua in bronzo del capitano John Fane Charles Hamilton - l'omonimo della città - che è stato accusato di aver ucciso gli indigeni Maori negli anni 1860.
La rimozione della statua è avvenuta dopo che una tribù Maori ne ha chiesto la demolizione, con un anziano che minacciava di demolirlo se i funzionari non avessero agito.
La città era originariamente chiamata Kirikiriroa dagli indigeni Maori, ma fu ribattezzata nel 1860 dopo che il Capitano Hamilton, un ufficiale britannico, fu ucciso nella famigerata battaglia di Porta Pa nella città di Tauranga.
Hamilton era rappresentato come un eroe quando in realtà era un "mostro".
Diverse statue della Confederazione sono state demolite negli Stati Unitinell’ambito delle manifestazioni nazionali contro la brutalità della polizia e le disuguaglianze razziali. Un gruppo a Saint Paul, Minnesota, ha buttato giù una statua di Cristoforo Colombo, l'esploratore genovese storicamente considerato come il precursore dell'arrivo degli europei nel Nuovo Mondo ma da sempre al centro di querelle nella cultura americana e nel mirino dei gruppi di nativi locali. Sulla base è apparsa la scritta con vernice spray: "Colombo rappresenta il genocidio". Mike Forcia, un membro del gruppo, ha dichiarato: "Era la cosa giusta da fare ed era il momento giusto per farlo". Chelsea Higgs-Wise, un’ altra attivista presente, ha dichiarato: "Dobbiamo iniziare da dove tutto ha avuto inizio. Dobbiamo iniziare con le persone che si sono posizionate per prime su questa terra".
SIGLA
This is America (skrrt, skrrt, woo)
Don't catch you slippin' now (ayy)
Look at how I'm livin' now
Police be trippin' now (woo)
Yeah, this is America (woo, ayy)
You just a black man in this world
You just a barcode, ayy
You just a black man in this world
Yeah, this is America
Beavercreek, Ohio, 5 agosto 2014
John Crawford III, un afroamericano di 22 anni, si reca con la sua nuova ragazza, Tasha Thomas, in un negozio Walmart.
Durante lo shopping, John prende una carabina ad aria compressa a pallini non imballata nella sezione di articoli sportivi.
La tiene al suo fianco mentre parla al cellulare con LeeCee, la madre dei suoi figli.
Un altro cliente, Ronald Ritchie, chiama il 9-1-1 dicendo che Crawford sta puntando la pistola contro altri clienti.
Due agenti di polizia di Beavercreek, il sergente David Darko e l'agente Sean Williams, entrano nel Walmart con le pistole sguainate.
Quando trovano John, il sergente Darko cerca di attirare la sua attenzione, mentre l'agente Williams gli si muove intorno.
Dopo pochi secondi, Williams spara a John da 16 piedi di distanza.
Un altro cliente, Angela Williams, 37 anni, madre di 4 figli, mentre fugge dalla sparatoria muore di infarto.
Crawford viene dichiarato morto al Miami Valley Hospital di Dayton.
23 settembre
Un Grand Jury decide di non incriminare nessuno degli agenti coinvolti.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) avvia le proprie indagini.
24 settembre
Le riprese della sparatoria, catturata da un video di sorveglianza, mostrano Crawford che parla al cellulare mentre tiene in mano la pistola senza puntarla contro nessuno.
Il video mostra chiaramente che la polizia ha mentito.
La madre di Crawford, Tressa Sherrod, denuncia l'omicidio di suo figlio.
Sean Williams, l'ufficiale che ha sparato a Crawford, viene rimosso dai normali compiti fino al completamento dell'indagine federale.
Il video causa le proteste della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) - un'organizzazione per i diritti civili fondata nel 1909 da W. E. B. Du Bois, Mary White Ovington e Moorfield Storey - e del movimento Black Lives Matter.
Washington, 13 dicembre
Oltre 10.000 manifestanti marciano verso il Campidoglio degli Stati Uniti.
La folla canta "Don't shoot" e "I can't breathe".
La National March Against Police Violence, organizzata dal leader dei diritti civili Rev. Al Sharpton, chiede a gran voce "Justice For All", giustizia per le tante, troppe, vittime afroamericane della brutalità della polizia.
Sul palco, passandosi il microfono come una bacchetta, le madri e i padri delle persone uccise si rivolgono alla folla promettendo di continuare a protestare fino a quando il Congresso non prenderà provvedimenti, ad esempio chiedono un pubblico ministero speciale per indagare su tutte le sparatorie della polizia.
"Verremo qui tutte le volte che sarà necessario", ha detto Gwen Carr, madre di Eric Garner.
Poche ore dopo, una protesta ancora più ampia, la "Million March", convoglia circa 50000 persone a New York per le strade di Manhattan.
Le famiglie di uomini neri disarmati uccisi dalla polizia, comprese quelle di Sean Bell e Ramarley Graham, guidano la marcia
La marcia ha poi attraversato il ponte di Brooklyn fino al quartier generale della polizia di Lower Manhattan, dove si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia.
"Non sappiamo con certezza quanto spesso siano avvenuti questi omicidi", dice Frank Edwards, l'autore principale di uno studio della School of Criminal Justice alla Rutgers University-Newark, “dobbiamo monitorare meglio queste informazioni”.
Ogni anno un uomo di colore su 1.000 viene ucciso dalla polizia. Una cifra 2,5 volte superiore rispetto agli uomini bianchi non ispanici.
I picchi si verificano tra gli uomini e le donne di età compresa tra i 25 e i 30 anni in tutti i gruppi razziali ed etnici. I neri, gli indiani d’America e i nativi dell’Alaska hanno generalmente “una probabilità significativamente maggiore” di essere uccisi dalla polizia rispetto agli uomini bianchi.
Dati dell’FBI mostrano che ogni anno 400-500 omicidi da parte della polizia, definiti come “l’uccisione di un criminale da parte di un agente delle forze dell’ordine nell’esercizio del suo dovere”, rappresentanosolo la metà dei 1.000 omicidi annuali.
Nel 2017, la polizia ha ucciso 1.147 persone. Il 25% dei morti erano neri, rispetto una popolazione complessiva di neri del 12,3%.
16 dicembre
La famiglia Crawford intenta cause legali per negligenza e omicidio colposo contro Walmart, la città di Beavercreek e gli agenti di polizia coinvolti.
La causa sostiene che tutte le parti sono colpevoli di negligenza e che gli agenti hanno privato il signor Crawford dei suoi diritti costituzionali esercitando un uso eccessivo della forza.
Can you tell me why every time I step outside
I see my niggas down
Ooh, I'm letting you know
That it ain't no gun they can make that could kill my soul
Oh, no
All we want do is take these chains off
All we want do is take the chains of pain
All we want do is be free
All we want do is be free
Ferguson, Missouri, 9 agosto 2014
Alle ore 11.51, due afroamericani, Michael Brown, 18 anni, e Dorian Johnson, 22 anni, vengono segnalati all'interno di un minimarket nel procinto di una rapina.
Alle 12.01, l'agente di polizia Darren Wilson, 28 anni, si avvicina ai due con la sua auto mentre stanno camminando nel mezzo di Canfield Drive e ordina loro di allontanarsi dalla strada.
Michael Brown si infila nel finestrino della Chevrolet Tahoe di Wilson che è armato con una pistola SIG Sauer P229.
Wilson spara due volte. Un proiettile colpisce la mano destra di Brown.
Brown e Johnson fuggono. Johnson si nasconde dietro un auto parcheggiata.
Wilson abbandona la sua auto e li insegue a piedi. Spara un numero non specificato di colpi, ferendo Brown.
Brown muore a circa 11 metri dall'auto della polizia.
Sono passati di tre minuti dal momento dell'incontro tra Wilson e Brown e il decesso del ragazzo.
Quattro proiettili sono entrati nel braccio destro, uno nell'occhio destro e un altro nella parte superiore del cranio.
Un'autopsia privata preliminare effettuata dal dottor Michael M. Baden, su richiesta della famiglia Brown, conclude che Michael è stato colpito almeno sei volte.
15 agosto
Il capo della polizia di Ferguson, Tom Jackson, annuncia il nome dell'agente coinvolto in una conferenza stampa.
Descrive una rapina violenta verificatasi pochi minuti prima dell'omicidio in un negozio nelle vicinanze.
Il dipartimento di polizia di Ferguson rilascia un rapporto e un video che mostra la presunta rapina nel minimarket da parte di Brown.
I fotogrammi del filmato di sorveglianza mostrano Brown che afferra una scatola di sigarette, seguito da un'apparente scontro con il commesso del negozio.
20 agosto
Il Grand Jury, composto da tre membri neri (un uomo e due donne) e nove bianchi (sei uomini e tre donne), inizia ad ascoltare le prove al fine di decidere se ci siano fondati motivi per credere che Wilson abbia commesso un crimine.
Robert P. McCulloch, il pubblico ministero eletto per la contea di St. Louis, responsabile dell'accusa, non partecipa all'udienza. Al suo posto, vi sono due procuratori aggiunti, Kathi Alizadeh e Sheila Whirley.
Il Grand Jury impiegherà 25 giorni, nell'arco di tre mesi, per ascoltare più di 5.000 pagine di testimonianze di 60 testimoni per decidere se incriminare o meno Wilson.
25 agosto
Al funerale di Brown partecipano circa 4.500 persone.
Al Sharpton pronuncia uno dei due elogi.
24 novembre
Durante la notte, il procuratore McCulloch riferisce in una conferenza stampa di 20 minuti la decisione del Grand Jury: Wilson non sarà incriminato.
L'avvocato Raul Reyes definisce McCulloch non imparziale, poiché suo padre era un agente di polizia ucciso in un incidente con un sospetto nero e altri membri della sua famiglia prestavano servizio presso il dipartimento di polizia di St. Louis.
First nothing's worse than a mother's pain
of a son slain in Bensonhurst
Can't wait for the state to decide the fate,
so this jam I dedicate
Places with the racist faces,
example of one of many cases
I got so much trouble on my mind, refuse to lose
Here's your ticket, hear the drummer get wicked
The crew to you to push the back to Black attack
So I sack and jack and slapped the Mac
Black to the bone, my home is your home
But welcome to the Terrordome
Dopo l'annuncio del Grand Jury, scoppiano le proteste, alcune delle quali violente, in 170 città degli Stati Uniti, tra cui St Louis, Filadelfia, Seattle, Albuquerque, New York, Cleveland, Los Angeles, Oakland, Minneapolis, Atlanta, Chicago e Boston.
Diverse attività commerciali di Ferguson vengono saccheggiate, numerosi gli incendi appiccati dai manifestanti.
La polizia utilizza metodi particolarmente violenti per reprimere i manifestanti, dai gas lacrimogeni a un vasto arsenale di armi militari ricevute attraverso il programma 1033 del Dipartimento della Difesa, creato per fornire armi militari in eccedenza alle forze dell’ordine locali.
Qualche giorno dopo, il capo della polizia di Ferguson si scusa pubblicamente con la famiglia di Michael Brown.
Il 12 marzo, si dimette dal dipartimento di polizia di Ferguson.
29 novembre
Darren Wilsonsi dimette.Il suo avvocato dichiara che "non sarà mai più un agente di polizia" per non mettere a rischio altri agenti a causa della sua presenza.
La National Bar Association, un'organizzazione di avvocati e giudici afroamericani, presenta una denuncia al Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Missouri chiedendo la revoca della licenza di agente di polizia di Wilson.
Il presidente Barack Obama annuncia che il governo federale spenderà 75 milioni di dollari in telecamere per il corpo delle forze dell'ordine.
No peace and no patience
I'm under surveillance
Wish I woulda paid less
Different glove, same fit
I'm marching on Ferguson
I'm marching tonight
4 marzo 2015
ll Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti pubblica il resoconto delle indagini sulla drammatica vicenda di Ferguson.
Il rapporto afferma: "La nostra indagine non ha rivelato alcun testimone che abbia affermato che Brown avesse le mani alzate in segno di resae abbia detto 'non sparare' ".
E ancora: "[non] ci sono prove su cui i pubblici ministeri possano fare affidamento per confutare la convinzione soggettiva dichiarata di Wilson di temere per la sua sicurezza mentre Brown avanzava verso di lui".
Il presidente Obama afferma: "Potremmo non sapere mai esattamente cosa è successo".
Il rapporto conclude separatamente che il dipartimento di polizia di Ferguson ma messo in atto, nel corso di anni, ripetute pratiche razziste tra cui l'uso eccessivo della forza contro gli afroamericani.
Che i residenti neri di Ferguson hanno subito regolarmente violazioni dei loro diritti costituzionali attraverso arresti ingiustificati, blocchi del traffico e altre azioni portate con pregiudizi razzisti.
"Hands up, don't shoot", o più semplicemente "Hands up".
"Mani in alto, non sparare", o semplicemente "Mani in alto", è lo slogan e il gesto diventato un grido di battaglia contro la violenza della polizia.
A maggio 2015, il presidente Barack Obama firma l'ordine esecutivo 13688, che limita e vieta il trasferimento di alcuni tipi di armi e attrezzature alle forze dell'ordine attraverso il programma 1033, comprese armi di grosso calibro, veicoli corazzati cingolati, lanciagranate e mimetiche.
Il 21 agosto, gli attivisti di Black Lives Matter lanciano “Campaign Zero”, una piattaforma per esporre nel dettaglio proposte politiche per limitare l’uso della forza da parte della polizia.
11 luglio 2017
La Divisione per i Diritti Civili del Dipartimento di Giustizia e l'Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Meridionale dell'Ohio annunciano che non presenteranno accuse federali contro l'agente Sean Williams, pronto a tornare in pieno servizio.
Il rapporto afferma: "Errore, percezione errata, negligenza, necessità o scarsa capacità di giudizio non sono sufficienti per stabilire una violazione penale federale dei diritti civili... Per stabilire che l'agente Williams ha agito intenzionalmente, il governo dovrebbe sia confutare il motivo dichiarato per la sparatoria - ovvero che temeva la morte o gravi lesioni personali - e stabilire che l'agente Williams ha invece agito con l'intento specifico di violare i diritti del signor Crawford.".
28 agosto 2017
Il presidente Donald Trump revoca l’ordine esecutivo 13688 con effetto immediato.
Il procuratore generale Jeff Sessions annuncia la mossa alla convention del Fraternal Order of Police (FOP) a Nashville, nel Tennessee.
Mentre è in corso la selezione della giuria per il caso Floyd, Louisville e la rete ricordanol’afroamericana Breonna Taylor, una operatrice professionale dei servizi di emergenza, divenuta uno dei volti del movimentoBlack Lives Matter.
Esattemente un anno fa, il 13 marzo 2020,la Taylor veniva uccisa a seguito di una sparatoria da parte di tre agenti del dipartimento di polizia locale che stavano effettuando una perquisizione nella sua abitazione.
Gli agenti avevano visto un sospettato recapitare un pacco presso l'appartamento dove la Taylor viveva con il fidanzato Kenneth Walker. Ragione sufficiente per ottenere un mandato di perquisizione senza l’obbligo di bussare e identificarsi.
All'ingresso degli agenti, Walker, in possesso di un'arma detenuta legalmente, ha sparato per primo; in risposta, gli agenti hanno sparato alla cieca.
La Taylor, che si trovava in camera da letto, è stata colpita otto volte e dichiarata morta sul colpo. Nell'appartamento non sono trovate sostanze illegali di alcun genere.
La morte della Taylor non ha catturato subito l’attenzione pubblica.
Solo dopo i video shock delle uccisioni di Ahmaud Arbery - un afroamericano di 25 anni inseguito e ucciso il 23 febbraio 2020 mentre faceva jogging a Brunswick, nel Sud della Georgia, da un ex poliziotto e suo figlio - e George Floyd, il caso Taylor è salito alla ribalta delle cronache, complice anche la pubblicazione della telefonata del fidanzato della ragazza al 911.
L’ex first lady Hillary Clinton ha postato su Twitter il ritratto della giovane effettuato da Amy Sherald e scritto: «Breonna Taylor’s life mattered. #JusticeForBreonna».
Alla fine di settembre 2021, Monáe ha pubblicato una versione di 17 minuti della canzone intitolata "Say Her Name (Hell You Talmbout)".
La versione aggiornata contiene i nomi di 61 donne e ragazze nere uccise per mano della brutalità della polizia.
Alabama's gotten me so upset
Tennessee made me lose my rest
And everybody knows about Mississippi,
goddamn
Greenwood, Mississippi, 16 Giugno 1966
"Questa è la ventisettesima volta che sono stato arrestato e non vado più in prigione! L'unico modo per impedire a questi bianchi di sottrarci è di prendere il controllo. Quello che inizieremo a dire ora è Black Power!"
Stokely Carmichael ha coniato il concetto di "Black Power" intendendolo come un mezzo di solidarietà tra gli individui all'interno del movimento per i diritti dei neri nato alla fine degli anni Sessanta. È stato un sostituto del "Freedom Now!" lo slogan del leader non violento Martin Luther King. Con il suo uso del termine, Carmichael sentiva che non era solo un movimento per la desegregazione razziale, ma piuttosto un movimento per contribuire a porre fine al modo in cui il razzismo americano aveva indebolito i neri.
I got knocked on the ground
By all this bullshit going down
Time is truly wastin'
There's no guarantee
Smile's in the makin'
You gotta fight the powers that be
If you & I can we got the power
Fight it, fight the power, baby, baby
Fight it, fight the power
" 'Black Power' significa che i neri si riuniscono per formare una forza politica e eleggere i propri rappresentanti e costringere i propri rappresentanti a parlare dei nostri bisogni."
The March against Fear, la Marcia contro la Paura, che ebbe luogo nel giugno del 1966, è considerata l'ultima grande marcia contro il razzismo dell'era dei diritti civili degli anni '60 nel sud. Tra i partecipanti a questa marcia c'erano la Southern Christian Leadership Conference (SCLC), lo Student Nonviolent Coordinating Committee (SNCC) e il Congress of Racial Equality (CORE).
Dopo che l'attivista James Meredith è stato colpito alla gamba il secondo giorno, la marcia non si è fermata. Durante il percorso da Memphis, Tennesse a Jackson, Mississippi, le ideologie, in evoluzione, si sono scontrate,segnando il passaggio da un'era di azione principalmente passiva / nonviolenta ad una protesta più attiva e diretta.
C'era una divisione tra quelli allineati con Martin Luther King, Jr. e quelli allineati con Carmichael, contrassegnati dai rispettivi slogan "Freedom Now" e "Black Power".
Mentre King non ha mai approvato lo slogan, e in effetti si è opposto al movimento Black Power, la sua retorica a volte si è avvicinata ad esso.
Nel suo libro del 1967 "Where Do We Go From Here?", King scrisse che "il potere non è il diritto di nascita dell'uomo bianco; non sarà legiferato per noi e consegnato in appositi pacchetti governativi". Il Black Power ha esercitato un'influenza significativa.
Ha aiutato a organizzare decine di gruppi e istituzioni di auto-aiuto della comunità che non dipendevano dai bianchi, ha incoraggiato i college e le università ad avviare programmi di studio per i neri, a mobilitare gli elettori neri e a fomentare l'orgoglio e l'autostima razziali.
Now we demand a chance to do things for ourselves
We're tired of beating our heads against the wall
And working for someone else
Look here, there's one thing more I got to say right here
Now, we're people, we like the birds and the bees
And we'd rather die on our feet
than keep living on our knees
Say it loud (I'm Black and I'm proud)
Città del Messico, 16 Ottobre 1968
Una delle manifestazioni più spettacolari e inaspettate del Black Power si sta per verificare alle Olimpiadi. Al termine della corsa dei 200 metri, durante la cerimonia di premiazione, mentre suona l'inno americano, la medaglia d'oro degli Stati Uniti Tommie Smith, primo al mondo a scendere sotto i 20” con 19”83, e la medaglia di bronzo John Carlos, mostrano il pugno guantato di nero alzato.
Sul secondo gradino c’è un bianco poco noto, un australiano, Peter Norman.
Smith, 24 anni, è settimo di undici figli, suo padre raccoglie cotone. Carlos, 23 anni, nato e cresciuto ad Harlem, è figlio di un calzolaio.
I due studiavano sociologia in California, a San Josè. Uno degli insegnanti era Harry Edwards, ex atleta. Nel ‘67 ha fondato l’OPHR (Olimpic Program for Human Rights).
Voleva il boicottaggio olimpico da parte degli atleti neri ("perché dobbiamo correre in Messico quando dobbiamo strisciare a casa nostra?").
Agli atleti consegna una coccarda, simbolo dell’OPHR, e lascia libero ognuno di manifestare la protesta come meglio crede.
Smith e Carlos erano sicuri di salire sul podio. Si presentano senza scarpe, Carlos ha al collo una collanina con tante pietruzze (una per ogni nero ucciso mentre difendeva i diritti civili).
Hanno guanti neri: Norman li ha sentiti discutere nello spogliatoio. Denise, la moglie di Smith, ne aveva comprati quattro ma Carlos ha dimenticato i suoi al Villaggio. «Perché non li dividete, uno tu e uno tu?», suggerisce Norman.
E così sarà: Smith alza il pugno destro, Carlos il sinistro. Chiusi e guantati di nero, la testa rivolta a terra mentre sventola sul pennone più alto la bandiera a stelle e strisce.
Norman guarda fisso davanti a sé, anche lui ha al petto la coccarda dell’OPHR, per solidarietà e perché sa che, quanto al rispetto dei diritti umani, anche l’Australia ha le sue colpe (verso gli aborigeni).
«Sto con voi, perché si nasce tutti uguali e con gli stessi diritti».
Smith e Carlos sono espulsi dal Villaggio olimpico, Smith per “indegnità” anche dall’esercito. Non correranno più, non rappresenteranno più gli Usa.
Smith tirerà avanti lavando auto, poi giocherà in una squadra di football americano per tre stagioni. Carlos farà lo scaricatore al porto e il buttafuori in un night.
A casa di Smith, che vive in Alabama, arriveranno le minacce di morte del Ku Klux Klan e pacchi pieni di escrementi. A casa di Carlos minacce telefoniche a ogni ora del giorno e della notte. Sua moglie si uccide.
Norman, il più grande sprinter della storia dell’atletica australiana, viene cancellato. Non esiste più. La federazione australiana lo ignora senza fornire alcuna spiegazione. Insegna educazione fisica, arrotonda in una macelleria, lavora con il sindacato.
Nel 2005, quando nel campus di San Josè viene inaugurata una scultura in fibra di vetro, opera del portoghese Rigo, che riproduce il podio messicano, il secondo gradino del monumento è vuoto, non c’è Norman. Chiunque la pensi come lui può salirci.
Norman è morto il 9 ottobre 2006, con Smith e Carlos che portavano la bara al suo funerale.
Nel 2006, la federazione americana ha dichiarato il 9 ottobre, giornata mondiale dell’atletica, Peter Norman day.
A ottobre 2019, il coraggio di Norman è stato immortalato all'Albert Park di Melbourne, città natale di Norman, con una statua in bronzo di Louis Laumenche ricorda quel giorno del 1968.
Tra coloro che sono venuti a vedere l'inaugurazione c'erano sua madre Thelma, la figlia Janita e l'allenatore Neville Sillitoe.
Sul secondo gradino, in California, continuano in tanti a salire.
La polizia della Western Carolina University (WCU) ha arrestato Sean Williams dopo aver trovato dispositivi con immagini e video di oltre 50 stupri,presumibilmente commessi da Williams a Johnson City, Tennessee.
Acune delle immagini digitali mostrano Williams che abusa sessualmente di un neonato di meno di un anno e di una bambina di meno di otto anni.
Williams è anche sospettato di aver aggredito sessualmente le madri delle vittime mentre erano incoscienti.
Dovrà affrontare tre capi d'accusa federali per aver indotto minori a tenere una condotta sessualmente esplicita allo scopo di produrre materiale pedopornografico.
Una giuria federale, dopo aver deliberato per più di 20 ore nell'arco di tre giorni, ha emesso il verdetto: l'agente di polizia Brett Hankison, 48 anni, accusato di aver usato forza eccessiva durante un raid antidroga costato la vita a Breonna Taylor, è giudicato colpevole.
Hankison ha sostenuto durante tutto il processo di aver agito per proteggere i suoi colleghi dopo che il fidanzato di Taylor, Kenneth Walker, aveva sparato contro di loro, ferendone uno, quando hanno sfondato la porta con un ariete.
Hankinson ha sparato 10 colpi contro porte e finestre colpendo e uccidendo la Taylor, che era in corridoio.
I pubblici ministeri, nelle argomentazioni conclusive, hanno detto che Hankison ha agito in modo sconsiderato, “violando una delle regole fondamentali: se non puoi vedere la persona a cui stai sparando, non devi premere il grilletto”.
Hankison ora rischia l'ergastolo. Verrà condannato il 12 marzo prossimo dal giudice distrettuale americano Rebecca Grady Jennings.
Bernice King, figlia di Martin Luther King Jr., ha definito il verdetto “un momento tanto atteso”.
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